Mods! – Scooterboys Nostalgia #2
…questa settimana continuiamo la nostra avventura agli albori del movimento Mods & scooterista italiano con una lunga ed esaustiva intervista ad Andrea Mezzini, per tutti “IL MEZ”, dei Road Runners Lambretta Club Imola! Un Veterano, un Mod ma anche un Vero Scooterboy dal Culo Quadrato!
SC- Quand’è che si è accesa la Scintilla Modernista? Quali sono stati i motivi che ti hanno spinto ad abbracciare questo stile di vita?
M- Non ancora maggiorenne e con il permesso scritto da parte dei genitori, decido di provare l’esperienza di vita a Londra, correva l’anno 1989!
Nella seconda metà degli anni ’80 i miei gusti musicali ed estetici erano sempre stati rivolti al movimento Punk e alla seconda ondata Ska, e come penso sia per tutti i teenagers “alternativi”, Londra rappresentava la Mecca in quegli anni!
Con tanto di cresta arancione e abbigliamento tipicamente Punk ebbi il piacere di frequentare tutti i luoghi storici del punk londinese, fino a quando non conobbi una ragazzina inglese di Blackheath, sobborgo del south-east di Londra; una sera, davanti a una pinta di birra, comincia a raccontarmi una strana storia, di ragazzi amici suoi, che frequentano il suo stesso pub a Blackheath, si muovono con Lambrette e Vespe cromate e super accessoriate, ascoltano musica sixties e vestono molto elegante.
Devo dire che subito la mente mi rimandò ad alcune scene di un film di cui non ricordavo certo il nome,che avevo visto qualche anno prima su Telesanterno, una TV locale di Imola.
Non so perché, ma mi ritornarono in mente tutte le scene di quel film, che ovviamente era Quadrophenia, e ne rimasi folgorato!
Dissi alla mia amichetta che mi sarebbe piaciuto andare a bere due pinte al suo pub sotto casa e vedere un po’ questi “Scooteristi”.
Mi presentai al pub, e fuori erano presenti diversi Scooters, uno più bello dell’altro, la musica che poi successivamente avrei saputo essere British R&B e soul che usciva dalle finestre del locale si sentiva già dalla strada.
Varcata la soglia del pub, vi potete immaginare la reazione dei ragazzini presenti: se non fosse stata per la presenza della mia amichetta che li conosceva bene, mi avrebbero cacciato, diciamo così, in malo modo!
Accoglienza freddissima che però non mi ha impedito di tornare e ritornare in quel pub dove pian piano, complice anche piccoli miei “cambiamenti estetici”, hanno cominciato ad accettarmi.
Gli scooters, la musica e lo stile dei ragazzi fecero scattare in me quella scintilla di cui parli!
Pensavo però che il Modernismo fosse un movimento giovanile presente solo nel Regno Unito!
Tramite un amico “alternativo”, venni a sapere dell’esistenza di Mods anche in Italia, e fu così che grazie ad un altro mio amico di Imola che frequentava allora il Conservatorio di Torino, ebbi il piacere di conoscere il mio primo Mod italiano: Davide Rossi degli Statuto.
Al Raduno di Pasqua a Rimini del 1989 feci la conoscenza degli altri componenti degli Statuto e conobbi quel Mod che fu per tantissimi anni a venire il mio compagno inseparabile di mille raduni, Merk di Argenta (FE).
Da quel battesimo ufficiale che fu Pasqua a Rimini, non ho più smesso di essere Mod, uno stile di vita che mi ha davvero aiutato a sopportare meglio le difficoltà che la vita di tanto in tanto mi ha presentato.
Certo richiede tanta passione, dedizione, sacrificio, ci devi credere in quello che fai, ma in cambio ti dà tanta soddisfazione, voglia di vivere, sempre in azione.
Ovunque vai nel mondo, se vedi un Mod e lo riconosci come tale, è subito festa!
Mi è accaduto tantissime volte di ospitare Mods o Scooter Boys e di essere a mia volta ospitato, si chiama FRATELLANZA, e per me non è una cosa scontata!
SC- Da sempre Mods = Scooter nell’immaginario collettivo “Quadrophenico”.
L’amore per lo Scooter d’epoca Nasce prima o Dopo aver abbracciato il Modernismo?
Qual’è stato il tuo Primo Scooter?
M- Come si evince dalla domanda precedente, prima Mod e poi Lambretta!
Il mio primo scooter è stato grande motivo di controversia, mi spiego meglio: mio padre da giovane ha sempre avuto Lambrette, i primi anni un LC e in seguito un LD III serie.
Memore della scarsissima, diciamo così, affidabilità della prima, quando gli chiesi se potevo comprare una Lambretta, mi fu risposto che no, sarebbe stato meglio l’acquisto di una Vespa.
Nonostante le mie più sonore insistenze, fui costretto ad optare per una Vespa; ne trovai una, un PX 150 del 1979 azzurro metalizzato in buone condizioni.
Anche se non pienamente convinto dell’acquisto, cominciai a personalizzarla secondo i miei gusti… un carrozziere di Imola amico di mio padre, mi diede la possibilità di sverniciare e scartare tutti quei pezzi che volevo riverniciare o cromare.
Dopo alcune settimane di lavoro schiavizzato dal carrozziere, ecco pronta la mia prima Vespa:
Rosso blù metalizzato con freccia degli stessi colori su un lato dello scudo, essendo allora tifoso del Bologna FC, parascudo e perimetrali con 8-10 specchietti e qualche faretto sul portapacchi anteriore, insomma scooter Mod Style 100%.
Di lì a meno di due anni, partito per la leva di stanza al distretto militare di Forlì, leggendo in ufficio il giornale locale di annunci economici, trovo un occasione: Lambretta LI 125 III Serie a Meldola, paesino sulle colline di Forlì.
Subito fisso un appuntamento col proprietario per vederla,ed è subito AMORE!
E’ azzurra metalizzata ed è in ottime condizioni, il proprietario la vende per 500.000 lire perché quell’anno entra in vigore l’obbligo del casco.
La porto via subito e la nascondo in caserma, non potendola portare a casa: se l’avesse saputo mio padre!
Nei mesi successivi, sempre in camuffa, provvedo a personalizzarla, faccio cromare i bandoni laterali e tutto quello che si poteva cromare, parascudi e specchietti…per me era bellissima! Ed era una LAMBRETTA finalmente!
Il difficile fu convincere mio padre a tenerla… presi dei gran nomi, ma alla fine andò a far compagnia alla Vespa.
Negli anni successivi oltre ad essere un Mod “motorizzato”, diventai un “cacciatore di Lambrette”!
Tante ne trovavo, alcune le rivendevo, altre sono quelle che ho ancora in garage.
Lambretta forever!
SC- Cosa ti ricordi e cosa ti sta più a cuore dei Primi Raduni Mods Riminesi? E dei Primi Raduni Scooteristi?
M- Dei primi Raduni Mod a Rimini ho i meglio ricordi, la settimana precedente il raduno era un rito preparatorio e/o propiziatorio che iniziava molti mesi prima: spesso si andava in giro a cercare qualche capo di abbigliamento da rinnovare appositamente per il raduno, oppure andavo da Yvonne, la mia sarta-strega che mi confezionava su misura pantaloni sta-prest, camice e qualche volta anche giacche e completi.
Ci si incontrava a Bologna con tanti altri amici Mods da tutta Italia e si andava a fare shopping selvaggio in due negozi storici: Sannito in via San Felice e Magazzini Cotti in Via Murri.
Quanti amici incontrati, quante prove di vestiti nei camerini…quante risate, quante aspettative!
L’aria che respiravamo era intrisa di passione, voglia di vivere, voglia di essere parte di un mondo che non aveva niente a che fare con l’establishment di allora!
Poi preparati con attenzione maniacale il bagaglio, si passava al check up e lucidatura delle Lambrette e Vespe, un paio di sere in garage e tutto è pronto!
Il giovedì sera, si guardava Quadrophenia in VHS, tanto per gasarsi un po’!
E finalmente il venerdì arrivava, Rimini era vicina da Imola, meno di 100 km, ma noi partivamo presto, ci avevano raggiunto la sera prima amici in sella che erano venuti da altre parti d’Italia, e lungo la strada ne raccattavamo altri.
Le soste ai bar della Via Emilia non si contavano, tanto che solitamente non si intravvedeva il cartello stradale di Rimini se non a metà del pomeriggio, il tasso alcoolico era già tremendamente elevato!
Quando si arrivava a vedere il cartello RIMINI, bè ti sembrava di aver percorso 1000 km, una forte adrenalina saliva nel corpo, sentivi l’aria pungente e frizzante di un week end in cui noi, i Mods eravamo i padroni assoluti di Rimini!
Ecco questa era l’atmosfera incredibile che per qualsiasi Modernista italiano rappresentava Rimini e il suo Raduno Mods.
Entravamo in Rimini come si potrebbe fare ad una parata in grande stile, e quando alfine si arrivava a
Piazzale Kennedy, bè il cuore ti esplodeva: centinaia di persone e scooters nel disordine più completo, gente bivaccata sul prato proveniente da tutto il mondo, ricordo di aver conosciuto Mods giapponesi e americani.
Vecchi amici e nuovi amici, Rimini sorprendeva sempre!
Ricordo una sera di sabato che si andò a cena in pizzeria….arrivammo ad essere oltre 90 persone a tavola, fantastico!
E a fine serata, in condizioni inenarrabili, si andava tutti in gruppo a far colazione al forno vicino a Piazzale Kennedy, da Tonino il Mazzulatore.
Rimini resterà sempre nel mio cuore per tutti questi momenti MAGICI!
Come tutti quelli come me che hanno iniziato alla fine degli anni ’80, parlare di raduni scooteristi significava partecipare ai raduni dei Lambretta Clubs regionali o dei Vespa Clubs.
La prima associazione scooteristica ufficiale fu la F.I.S.C.A. nei primissimi anni ’90, prima i pochi scooter clubs di teenagers che ricordo organizzavano raduni scooteristi erano gli Orsi delle Alpi, i Green Onions e i Maiali Inquinanti.
Quindi era abbastanza logico ritrovarsi anche in gran numero a raduni, nel mio caso organizzati dai Lambretta Club dell’Emilia-Romagna, piuttosto che della Toscana,del Triveneto, Umbria, Lombardia o Lazio.
Anche qua devo dire che l’atmosfera dei raduni era molto più verace e sincera che non quella di adesso…la presenza dei giovani era alta, e di conseguenza anche se a questi raduni non c’erano serate, si trovava lo stesso il modo di divertirsi.
L’importante era muoversi in scooter, poi se andavi a un raduno di un Lambretta Club o di un Vespa Club o delle Citroen 2 Cavalli poco importava, il troiaio si faveva ovunque!
Dei primi anni ’90, quando muoveva i primi passi la neonata F.I.S.C.A. ricordo come uno degli appuntamenti scooteristi più belli e sentiti da noi di Imola, il raduno che organizzavano i Duchi Estensi a Santa Bianca di Bodeno vicino Ferrara.
Era uno dei pochi raduni scooter-boy a cui partecipavano anche diversi Mods, ricordo che noi di Imola si veniva insieme agli Smart Drivers S.C. di Rimini.
Il posto in sé non era un granchè, caldo terrificante e umido, zanzare a go-go come se piovessero, il tutto nella bassa ferrarese, ma l’atmosfera da vero raduno scooter-boy 80’s style c’era tutto:
campeggio libero di fianco la chiesa, tendone della festa locale allestito dove si mangiava, e poi il locale della serata che per raggiungerlo necessitava di uno scooter run notturno spericolato per le campagne e gli argini tutti uguali della bassa padana.
Il risultato finale è che si partiva da Santa Bianca ubriachi fradici per perdersi qualche ora nelle stradine di campagna, prima di arrivare al locale.
Ricordo un anno che noi di Imola “scortavamo” un gruppo di altri scooteristi che non sapevano arrivare al locale e che si fidavano del nostro forte senso dell’ orientamento… dopo diversi tentativi di prendere la giusta strada, ci fermammo a chiedere informazioni al famoso nightclub Harmony, da dove uscimmo ancor più disorientati dalle procaci e nude forme delle ragazze.
Pochi chilometri dopo, il Mentana di Lucca in preda a manie di onnipotenza (o forse annebbiato dall’alcool), arrivò lungo là dove finiva la strada asfaltata, volando giù dall’argine di Scortichino, fortunatamente solo scorticandosi!
SC- In un Epoca che era veramente “Social”, parlando, stando insieme e condividendo fisicamente una Passione, come si organizzavano gli Allnighters e i Raduni a cui poi partecipavano comunque persone da tutta Italia?
M- Quando ancora non c’erano i social network di adesso, i raduni si organizzavano portando fisicamente i volantini alle feste e raduni degli altri, oppure si pubblicizzavano gli eventi tramite le numerosissime fanzine cartacee che quasi ogni gruppo Mods e a volte anche qualche scooter club faceva.
Noi del Lambretta Club Emilia-Romagna pubblicavamo una fanzine-notiziario Lambretta dove non di rado si publicizzavano eventi di scooter club, come La Vigliacca S.C. di Pordenone, Road Runner L.C. Imola, Duchi Estensi S.C. Ferrara, Smart Drivers S.C. Rimini e altri ancora.
Queste fanzine erano disponibili direttamente agli eventi oppure venivano spediti per posta.
C’è da dire che in quegli anni gli eventi erano numericamente molto meno di adesso, e quindi non avendo “il raduno sotto casa” la gente metteva di più il culo sulla sella per andare a divertirsi.
Gente che si muoveva in macchina ad esempio, non ne ricordo, al raduno in scooter si andava in scooter, ora putroppo le cose son cambiate.
SC- Come avvenne la Scissione tra Mods e Scooterboys? Era inevitabile per i tempi, ma andando più avanti negli anni sembra che questa distanza si sia assottigliata…
M- Io ricordo che, fino ai primissimi anni ’90, non si poteva parlare di vera scissione tra Mods e Scooter Boys…
Mi sembra una Pasqua a Rimini del 1991 o 1992 in cui si presentarono alla porta del Barcellona alcuni ragazzi dei Duchi Estensi di Ferrara che essendo vestiti con abbigliamento paramilitare non gli fu permesso di entrare.
Da lì a un anno fu fondata la F.I.S.C.A. con la gestione degli stessi ferraresi e quindi la nascita ufficiale della prima associazione scooterista italiana.
Per quanto mi riguarda, da Mod convintissimo non ho mai disdegnato i raduni Scooterboy in quanto per me la componente Scooterista ha sempre avuto un ruolo predominante.
SC- Negli anni ’90 si viaggiava in Lungo e in Largo con Lambrette e Vespe, quali sono i viaggi più Distanti che hai fatto nella tua lunga carriera Scooterista?
M- Guarda, di viaggi e raduni né ho fatti veramente tanti, sicuramente i viaggi sono quelli che maggiormente mi hanno lasciato il segno.
Tra tutti quello che ho più nel cuore è il viaggio-pellegrinaggio che ho fatto nel 1994 in Gran Bretagna e Galles.
I 4 moschettieri, così amavamo definirci, io, il Triste, Ergo, e Dean partimmo da Imola per il mio primo vero viaggio in Lambretta attraverso Svizzera, Germania, Francia, arrivati a Folkestone in territorio inglese dopo bancate e bancate d’acqua il gruppo si separa: Ergo e Dean vanno a Oxford e Bodmin, mentre io e il Triste facciamo tappa da alcuni amici Mods di Londra, poi per Stonhenge sulla strada per il Galles del Nord.
Il primo pellegrinaggio nonché l’obiettivo finale per il sottoscritto, era il villaggio di Portmerion, dove alla fine degli anni ’60 fu girato la serie cult The Prisoner.
Arrivare in sella alla mia Lambretta II serie all’entrata del villaggio dopo 2450 km percorsi, è stata un’ emozione indescrivibile.
Fiero di essere Mod, Lambrettista e Prisoner fan!
Riscendemmo il Galles e il secondo pellegrinaggio fu il lungomare e il Pier di Brighton, là dove tutto ebbe inizio, con le sue bianche scogliere, che emozione ragazzi!
Ultima tappa dell’intero viaggio e reunion con gli altri due moschettieri al Raduno Internazionale dell’Isola di Wight, con qualche migliaio di scooteristi presenti, è stata l’ultima emozione per un viaggio in sé memorabile, poco più di 5000 km percorsi.
L’altro viaggio che mi è rimasto nel cuore è stato il Coast to Coast da New York a Los Angeles, poco meno di 8000 km, condiviso con uno dei primissimi Road Runner, Fabione…correva l’estate 1996.
L’organizzazione logistica del viaggio è stata davvero molto complicata,prendere i contatti con i vari scooter clubs nelle città che avremmo dovuto attraversare durante il nostro viaggio non era così semplice e scontato, internet non era ancora alla portata di tutti, si comunicava ancora con la posta tradizionale!
Avere dei punti di riferimento quali scooter clubs o rivenditori di pezzi di ricambio era importante per avere un appoggio in caso di guasto meccanico.
Anche spedire ed importare temporaneamente scooter d’epoca in U.S.A. non era cosa semplice, nemmeno in quegli anni.
Le Lambrette scelte per la traversata furono un DL 125 e un DL 150 con gruppo termico TV175, imballate a Reggio Emilia, imbarcate successivamente al porto di La Spezia sul mercantile Amerigo Vespucci, destinazione finale New York.
Riprendemmo possesso delle nostre Lambrette due settimane più tardi dopo difficoltose ricerche nell’immenso porto commerciale di New York e dopo almeno due giorni spesi a compilare formulari e incartamenti vari.
Ci fu di grande aiuto il nostro carissimo amico Gene Meredith di Scooters Originali, il principale Lambretta & Vespa Dealer della East Coast, che ci ospitò a casa sua per la prima settimana.
Il viaggio fu molto più difficoltoso del previsto, in primis le condizioni metereologiche americane: agosto nella East Coast significa viaggiare con medie di 35-38° con tassi di umidità altissimi, nel Midwest invece regnano incontrastati temporali e uragani estivi che possono pararti sulla tua strada quando meno te l’aspetti, l’Ovest invece è caldissimo, soprattutto quando devi attraversare il Mojave Desert, in California.
L’aria era talmente rovente e le temperature raggiungevano i 48°- 50° diurni! Impossibile viaggiare durante il giorno, per cui l’ultimo tratto da Needles a Los Angeles decidemmo di percorrelo in notturna.
Una strada che per 300 km non prevedava gas stations o Roadhouse, solo deserto.
Lasciato il motel un po’ timorati e impauriti alle 22.00 ora locale, imbocccammo l’unica Highway che andava ovest, la Interstate 40, temperatura esterna 20-22°, ottimale.
Affrontare quest’ultimo tratto in mezzo al nulla mi faceva tremare dalla paura…purtroppo neanche due ore più tardi la Lambretta di Fabione si fermò all’improvviso, da paura passammo subito in modalità panico, quando capimmo che non arrivava corrente alla candela.
Comprendemmo subito qual è il problema…filo del condensatore tranciato, eravamo fottuti, non potendo stagnare il filo elettrico.
Decidemmo di dividerci, Fabione avrebbe cercato di fermare quei pochissimi trucks o motorhome che passavano mentre io, munito di piccola torcia elettrica mi avventurai in cerca di una colonnina del SOS.
Mi tremavano le gambe al solo pensiero di dover rimanere in quel posto se avesse fatto giorno!
Dovevamo per forza trovare una soluzione prima che albeggiasse.
Dopo non so quanti chilometri riuscii a trovare una colonnina di soccorso, provai a chiamare e richiamare l’ operatore del 911, la linea cadde mille volte, ma io insistetti e cercai di dare quelle informazioni minime per farci raggiungere da un carroattrezzi.
Speravo che nel frattempo Fabione fosse riuscito a fermare qualche buona anima, ma al mio ritorno tutto era come prima.
Dopo almeno due ore dalla mia chiamata, vedemmo arrivare un auto della polizia, sbigottiti e seccati dalla chiamata notturna ci chiesero se per caso eravamo messicani, avendo visto la badge col tricolore italiano appiccicato sul paraspruzzi della Lambretta di Fabione.
Non vi dico la faccia supita e incredula dei due sbirri quando gli dicemmo che eravamo italiani in viaggio da New York, con quelle che loro definivano motorette!
Alla fine, dopo ripetute richieste di dimostrare che potevamo pagare per il soccorso stradale, arrivò alle 4.30 di notte un carroattrezzi che ci riportò al punto di partenza, a Needles dove potemmo facilmente riparare il condensatore del volano.
La notte successiva andò meglio e a tardo pomeriggio arrivammo alle porte della Greater Los Angeles.
Il comitato di benvenuto fu qualcosa di memorabile, almeno una cinquantina di Lambrette e Vespe degli Hard Pack S.C. di Orange County e LA ci scortarono da Huntington Beach a Fullerton in una scooterata che ci avrebbe portato a una festa 60’s in un locale di un Mods di origine piemontese, in cui la sera stessa avrebbero suonato i The Beat!
Tantissimi gli Scooter Boys e i Mods conosciuti lungo il percorso che ci ha portati da New York a Los Angeles, siamo stati ospiti dagli scooter clubs di New York, Baltimore, Washington, St. Louis, Albuquerque e ovviamente la Greater Los Angeles.
Tanti altri viaggi belli sempre in sella alla mia II serie, mi hanno portato a diversi Eurolambretta in Europa e in ferie con mia moglie Francesca in Grecia e Croazia.
L’ultimo viaggio che ricordo con particolare affetto è quello fatto con mio cognato Crema all’Eurolambretta in Spagna a Gijon: nonostante il tempo avverso per buona parte del viaggio, mi sono divertito tantissimo a percorrere le strade dell’entroterra spagnolo, come bellissime erano le strade costiere dei Paesi Baschi, della Cantabria e delle Asturie.
E’ quando si condividono viaggi come questo che nasce quell’amicizia e quella fratellanza che legano per sempre due persone.
Ringrazierò sempre il grande Cesare Battaglini, che mi ha trasmesso in tanti raduni fatti assieme la passione del viaggiare in Lambretta e dell valore della VERA FRATELLANZA SCOOTERISTA.
Conobbi Cesare ad un raduno locale tra Bologna e Modena, avevo appena compiuto i 18 anni ed ero già iscritto al Lambretta Club Emilia-Romagna.
Non ricordo esattamente il perché, ma quando arrivai al raduno, una delle prime persone che mi si presentò davanti a darmi il benvenuto fu Cesare, che subito dopo un breve scambio di parole, invitò me ed i miei amici di Imola a cenare con lui e la Didi in tenda, con un bel piatto di fagioli caldi e dell’abbondante vino!
Le parole ed i racconti di viaggio di Cesare, cominciarono a riempire la tenda, e noi estasiati ascoltavamo, immaginandoci protagonisti di quelle avventure che parevano uscite della lampada di Aladino.
Mondi esotici, donne bellissime ammantate di mistero, i pericoli della giungla, i ribelli del deserto, in compagnia della sua inseparabile Lambretta, tutto questo scatenò in noi l’irrefrenabile desiderio di VIAGGIARE in sella alle nostre Lambrette.
E così tutto è incominciato!
SC- All’Alba degli Anni 2000 si apre una nuova Epoca per lo Scooterismo Italiano, arriva lo Scooter Rally Toscano dell’Isola dell’Elba… come viene accolto dal Popolo Mods & Scooterista?
M- Ti racconto un aneddoto che pochissimi sanno…nel 1999 abbiamo avuto il piacere di organizzare insieme ai Green Onions di Siena il nostro raduno annuale a Casola Valsenio (RA).
Con Massimo Pianigiani si era programmato di fare raduni organizzati insieme, ad anni alternati, uno più verso la Romagna e uno più verso la Toscana.
Quello del 2000 si sarebbe dovuto quindi svolgere in territorio senese.
Ci fu la proposta avanzata da Massimo di fare il raduno all’Isola d’Elba; guarda caso mio cognato Crema, che stava muovendo i suoi primissimi passi all’interno della scena Mod, era in ferie ospite di amici di Imola che avevano una casa a Porto Azzurro.
Il Crema fece per conto nostro una ricerca dei possibili locali su cui appoggiarci per fare il 2° Raduno Green Onions – Road Runner, vennero fuori alcuni interessanti contatti tra cui il Club 64, il Club Inferno, la Spiaggia del Lido di Capoliveri e il Mandel che sarebbe poi divenuto la venue ufficiale di tutte le edizioni dell’Elba.
Io da Presidente del Club presi la decisione di non organizzare il raduno all’Elba, in quanto sapevo di non poter contare su una larga partecipazione del nostro club e così nacque il 1° Raduno Internazionale Isola d’Elba coorganizzato da tre clubs toscani, Green Onions S.C. Siena , Compagni di Merende S.C. Lucca e Ace of Spades S.C. Pisa.
Il raduno dell’Elba crebbe esponenzialmente anno dopo anno, diventando chiaramente il punto di riferimento dello scooterismo nazionale, complice il luogo meraviglioso, e gli artisti e i djs che si esibirono nelle varie edizioni.
A metà degli anni 00’s diventò il raduno più frequentato dagli stranieri, che si riversavano in massa all’isola d’Elba.
Purtoppo solo nelle ultime edizioni, si assistette a un inversione di tendenza, essendo ormai diventato un raduno popolarissimo anche tra i Vespa Clubs ufficiali, a mio parere il raduno diventò, passatemi il termine, più commerciale, con maggioranza di iscritti che si presentavano con scooteroni –plasticoni o Vespe presa diretta che poco o niente avevano a che fare con lo scooterismo come NOI lo intendavamo.
SC- Come Roadrunners LC Imola esistete oramai da una vita, cosa vi manca di più della “Vecchia Scena”?
Cosa Porteresti indietro dai 90’s, 00’s?
M- Della vecchia scena manca la spontaneità nell’organizzare gli eventi e soprattutto la cooperazione che spesso in passato si aveva tra scooter clubs…spesso noi Road Runners abbiamo organizzato raduni insieme ad altri scooter clubs, questo per creare sinergie e avere dei raduni di punta all’interno del calendario, soprattutto nei 00’s quando il calendario raduni non aveva meno di 15-20 eventi.
Abbiamo avuto bellissime esperienze di raduni organizzati insiema ai Green Onions di Siena, agli Square Faces S.C. di Reggio Emilia, ai Drinkin’ & Drivin’ S.C. di Firenze.
Ciò che è sbagliato adesso, è che ognuno vuol fare il raduno sotto casa, magari con 40 iscritti, è ovvio che non può creare l’attesa e l’aspettativa che c’è ad un raduno dove partecipano gente da tutta Italia e oltre.
Poi per carità ci si può divertire benissimo anche ad un raduno con 40 iscritti, basta che ci sia l’attitudine giusta e la voglia di far baracca!
SC- Attualmente, come vedi la Scena Italiana? Sembra molto spesso che la Passione e la voglia di stare insieme a fare Baldoria, siano state soppiantate dalla Voglia di Fare Business e pochi KM…
M- La Scena Mods è vistosamente in calo, però finchè ci sarà gente che la supporta vivrà sempre.
Quella Scooter Boy segue la stessa tendenza e se le cose andranno avanti come adesso non vedo un risultato diverso dalla Scena Mods.
Putroppo non c’è mai stato un vero ricambio generazionale per entrambi, la crisi economica ha condizionato senza dubbio le scelte su quali raduni fare e quali no, l’età e la famiglia sono due altri motivi validi che portano alla stessa conclusione.
La differenza la fanno i GIOVANI!
Il mondo cambia e gli interessi dei giovani pure…la società ci vuole sempre più omologati, standardizzati, codificati, catalogati.
Siamo condizionati in tutto, cibo, comportamenti, look… se un giovane si compra una Lambretta e decide di essere Mods o Scooterboy, beh si tratta di una mosca bianca.
E’ palese ed evidente che a volte lo spirito per cui vengono organizzati i raduni scooter sono un paravento per fare business, mi riferisco ai Raduni dei Lambretta e Vespa Clubs ufficiali come ai raduni organizzati da alcuni scooter clubs, grazie anche alle ingerenze di certi rivenditori di settore.
Come fondatore del Road Runner Lambretta Club Imola posso dire che ingerenze di questo tipo e qualsiasi forma di business, anche la più piccola, sono la cosa più infamante e vergognosa, perché vanno a colpire persone e amici che condividono la tua stessa passione.
Quindi è impensabile che queste nostri due amati movimenti possano crescere, basterebbe solo che ci fosse un po’ più di apertura mentale e umiltà da parte di tutti coloro che adesso portano avanti le scene…
SC- Grazie Mille Mez per le tue Testimonianze! Speriamo che, tra i nostri lettori, ci sia qualche giovane e giovanissimo che si faccia contagiare! KTF & Buona Strada a Tutti!!