Eccoci qua! La stagione scooterista 2018 è appena partita con il primo raduno dell’anno a cura dei Lebowsky S.G. in quel di Borno (Bs). Nell’attesa invernale abbiamo incontrato la nuova presidente della Sir, Miss Francesca Tomasi. Attivissima scootergirl e grandissima sostenitrice della scena scooterista italiana, con Francesca abbiamo parlato non solo di Sir ma anche di tempi passati, di viaggi e di progetti per il futuro… buona lettura!
S- Ciao Francesca! Presentati…
F-Ciao. Sono Francesca, presidente dei Due Tempi sc e, a partire dall’anno 2018, presidente della SIR.
S- Il tuo cammino all’interno del movimento Scooterboy parte prestissimo, già presente durante la nascita della FIsca nel 1991, hai vissuto l’evoluzione del movimento nel nostro paese, raccontaci come era la vita dello Scooterista: organizzare, partecipare, coinvolgere senza l’utilizzo dei social e dei nuovi mostri della comunicazione.
F- All’inizio degli anni ’90 il movimento scooterista in Italia era già forte. Tante realtà sul territorio avevano deciso di unirsi nella Fisca, all’epoca una federazione, per condividere un progetto. Erano altri tempi, sì. Tutta la comunicazione avveniva attraverso le fanzine, che aspettavi impaziente, controllando a ripetizione la buchetta della posta di casa dei tuoi o attraverso le riviste, come ad esempio Scootering, che ci hanno fatto scoprire cosa accadeva fuori dall’Italia. Era lì che vedevi mezzi customizzati pazzeschi, che venivi a conoscenza delle date dei raduni in giro per l’Europa, che imparavi cosa voleva dire essere uno scooterista. Organizzare poi voleva dire vedersi di persona, passare ore al telefono, decidere insieme, vagare alla ricerca di posti adatti. Abbiamo gestito per qualche anno la Fisca a Ferrara e non dimentico le giornate passate a incollare ritagli di testo e immagini in bianco e nero per fare i volantini che spedivamo a casa degli affiliati. Devo dire che certe cose di quei tempi ancora mi mancano. Oggi è l’epoca dello scooterismo virtuale, degli eroi da tastiera, dei like come gratificazione. Varrebbe la pena concentrarsi di più sul reale, sul concreto. Vedersi. Divertirsi. Stare insieme.
A proposito di Fisca ecco un regalino… Una vecchia fanzine made in Ferrara. Tutta da leggere.
S- Parlando con qualche “vecchio scooterboy” ancora attivo, qualcuno dice di rimpiangere della scena fine 80, le situazioni più wild, le birre in lattina a due spicci piuttosto che la pinta a 5/6 euro (a volte pessime tra l’altro), la cartina al navigatore, la tenda all’alberghino riscaldato, ma soprattutto la predisposizione dei “vecchi” ad accogliere e coinvolgere le nuove leve ad entrare a far parte della scena! Tu come la vedi? Rimpiangi qualcosa della vecchia scuola? Come è cambiata la scena in questi 20 anni per quello che hai potuto vivere sulla tua pelle?
F- All’epoca avevamo più o meno 20 anni. E’ difficile fare un confronto. Perché il tempo è passato e la percezione di oggi non è più la stessa di quel periodo. Si avevano due spiccioli in tasca e la giovinezza aiutava. Ti buttavi per terra e bevevi quello che c’era. Oggi è diverso. Non è questione di essere fighetti, ma 20 anni più tardi, e magari dopo 8 ore di scooter sotto il sole, hai ancora tanta voglia di divertirti, certo, però una bella doccia e l’alberghetto non li rifiuti. C’è una cosa poi in particolare che rimpiango. Ed è lo stare insieme la domenica, quando c’era quella bella abitudine del pranzo domenicale come ultimo atto del raduno, magari con le premiazioni prima dei saluti… Questo mi piaceva ad esempio dei miei 20 anni. Mentre io credo che ci sia ancora oggi la volontà di coinvolgere nuove leve, anche se è sempre più raro che i giovani si appassionino allo scooterismo o alle sottoculture in generale. Quindi coraggio nuove leve! Siete voi il futuro di questa scena.
S- Veniamo ora alla Sir… 20 Clubs provenienti da diverse parti dello stivale, partendo dal Lazio arrivando in Friuli, gente di estrazione sociale, politica diversa… che cosa ti ha spinto a candidarti per questo indubbiamente importante incarico?
F- Senz’altro la passione. La passione per lo scooterismo. La voglia di partecipare attivamente a mantenere viva e vivace la scena. Lo scooterismo è così, va al di là di ogni fenomeno ideologico: sociale, politico o culturale che sia. E’ autentica voglia di condividere la passione per i mezzi, per un certo genere di musica, per il viaggio. E mi piace l’idea di poter essere il portavoce di questo movimento, che trova proprio nelle differenze il suo punto di forza. Devo dire che ho trovato in SIR una grande famiglia. Fatta di comuni interessi e di voglia di lavorare insieme. Un gruppo che ad oggi mi pare davvero coeso e solidale. E di questo va dato merito a chi ha lavorato bene negli anni precedenti.
S – Tanti Clubs da tutto lo stivale ma, a causa dei prezzi alle stelle degli scooters e il poco ricambio generazionale, ci si ritrova spesso ad essere i “soliti” e magari ad evitare le lunghe distanze, preferendo uno dei 200 raduni sotto casa… Qual è la tua ricetta per far crescere il movimento SIR?
F- Essere i soliti devo dire che a volte mi piace. E’ emozionante partire sapendo che poi quando arriverai al raduno troverai le persone di sempre. Troverai amici e conoscenti. Passerai un paio di giorni a bere, ridere e scherzare con chi condivide con te quella passione. La mia ricetta? Un calendario di eventi accessibile, con un raduno al mese, al massimo due. L’organizzazione di eventi condivisa fra clubs vicini che possono cooperare ad uno stesso progetto. La distribuzione geografica delle iniziative sul territorio. L’uso di tutta la stagione per organizzare raduni, almeno da marzo a ottobre. E infine realizzare eventi di qualità, che significa non far rimpiangere i km percorsi. Questo è davvero importante, la qualità.
S- Il prossimo anno sono 20 anni di SIR! Tra alti e bassi, KM, postumi, Scazzi, gioie e guasti, cosa avete in mente per festeggiare la “nostra” associazione scooterista preferita?
F- Eh eh eh. Mica vorrete che faccia spoiling qui. Ora. Subito?! Rovino l’attesa? Ci stiamo lavorando. Abbiamo qualche idea. Abbiamo individuata qualche possibile location, come va di moda dire oggi. Immaginiamo un evento speciale ecco. Ma lasciamo la giusta suspance. Come quando negli anni ’90, con la stessa tensione, si aspettava a casa l’arrivo della fanzine Fisca.
S- Cosa ne pensi del calendario 2018? La scelta di diluire ad un solo evento mensile come può influire sulle presenze?
F- Lo scorso 2017 è stato particolarmente intenso. Ovvio che è complicato riuscire ad andare dappertutto. A malincuore qualcosa devi saltare e non è mai bello nei confronti di chi organizza e ci mette anima e cuore. Quest’anno i raduni sono spalmati su 7 mesi e sono ben distribuiti. Questo è una buon risultato per SIR. Meno raduni dovrebbe voler dire più presenze a ciascun evento, più voglia di viaggiare e anche di stare insieme.
S- Riguardo ai gruppi extra SIR che sono arrivati alla ribalta negli ultimi anni, con raduni ed eventi di grande livello, come pensi che si possa unificare il discorso con gli scooterclubs indipendentisti? Cosa offre la SIR?
F- Lo scooterismo in Italia è un bel movimento. Ricco e variegato. Più che interrogarsi su cosa offre SIR mi chiederei perché ci sono delle perplessità sul fatto di aderire ad un comune movimento scooterista. SIR è un’Associazione, nata per condividere un calendario di eventi, evitare sovrapposizioni di date, aiutare nel coordinamento dei raduni lungo la stagione e offrire ai soci una serie di sconti e agevolazioni. Sento spesso parlare di “regole” quando si menziona SIR. Regola della tessera? Già mi pare che chi non aderisce a SIR faccia e paghi la tessera del Vespa club o del Lambretta club locale per assicurare i mezzi d’epoca a prezzi agevolati. Regola di partecipare ai raduni previsti in calendario? Che mi viene da dire, se sei scooterista ai raduni ti piacerà andare, o no? Non è che la vivi come una regola! E se non riesci ad andare che succede? Ti veniamo a prendere a casa…. Ah ah ah… Che vuoi che succeda…? Niente, ovviamente. Regola dei 5 membri per fare uno scooterclub? Pensato solo perché in numero inferiore si pensa sia difficile organizzare un evento. Ecco. Giusto su questa regola forse si potrebbe eccepire, e mi piacerebbe discuterne in Associazione. Quindi chiedo a chi ha dei dubbi: sono davvero questi i problemi?
S- Anche l’ultima riunione si è svolta “a porte chiuse”… non pensi che dare la possibilità di partecipare come spettatori a tutti gli interessati sia una buona occasione per tutte le realtà indecise ad entrare a far parte dell’associazione cercando di creare una scena unita e unica nel paese?
F-La riunione di fine anno è l’Assemblea dei soci. Nel caso della SIR in questa riunione si fa il punto sulla stagione passata, si discute di eventuali problematiche o difficoltà riscontrate, si approva il bilancio e si stila il calendario per l’anno successivo. L’Assemblea di qualunque Associazione è riservata ai soci. Personalmente io sarei anche per l’apertura ai non soci. Ma sono solo un coordinatore e porterò la questione in Assemblea che deciderà. C’è anche da dire che non accade nulla di segreto. Quest’anno poi il calendario è uscito sul sito Web di SIR in diretta, ovvero nel momento stesso in cui i club proponevano le loro date durante l’Assemblea. Poi permettetemi un’ulteriore riflessione: davvero pensiamo che il modo migliore per conoscere SIR sia partecipare alla riunione annuale? O non è invece più “informativo” essere presenti ai raduni previsti in calendario e conoscere le persone che ne fanno parte?
S- Quali sono i tuoi obbiettivi da presidente? Cosa cambieresti all’interno dell’Associazione?
F- Diciamo che ho una certezza e quindi un obiettivo chiaro: cioè che SIR deve essere un gruppo unito, affiatato e che devono essere portati avanti progetti comuni. Poi mi piacerebbe anche lavorare per allargare il numero dei club presenti ad oggi in Associazione e quindi creare una scena unita. Per raggiungere questo obiettivo vorrei fare conoscere la realtà SIR per quello che davvero è. Senza falsità e ipocrisie. E vorrei lavorare anche a livello internazionale perché il movimento scooterista italiano venga conosciuto anche al di fuori del paese. Poi scusate se sono scontata ma vorrei valorizzare al massimo il movimento femminile. Le donne nella scena scooter ci sono e partecipano attivamente. Mi piacerebbe vedere più donne, anche a ricoprire ruoli importanti dentro SIR. Ecco un’idea… Perché non creare il gruppo delle SIRettes?
S- Grazie Francesca per il tempo che ci hai dedicato, siamo certi della buona riuscita del tuo lavoro visto l’impegno e la costanza che hai dedicato in questi anni alla scena scooterista made in Italy.
Ci si vede in strada…
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