Scooterboys the Lost Tribe – Il nuovo libro di “Sticky”
Premetto che è stato un grande onore ricevere in anteprima la mia copia di Scooterboys the Lost Tribe direttamente da Martin “Sticky” Round, con tanto di dedica, durante gli Open Days al Rimini Lambretta Centre. Ho conosciuto Sticky anni fà e nonostante per molti di noi sia un personaggio mitico della scena scooterista internazionale, è veramente un amico, sempre pronto a dare qualche consiglio per la gestione di questo blog e non solo. Come scoprirete nel libro, che consiglio vivamente di comprare anche se in lingua Inglese, anche solo per gustarvi le foto della “Scena”, quella originale Britannica, fatta di Anarchia, aerografie, scooter tagliati e campeggi fangosi, l’amicizia ed il rispetto sono veramente le colonne portanti del movimento. Se non siete molto pratici con la lingua Inglese, vi assicuro che il testo di Scooterboys the Lost Tribe è molto basilare, comprensibile e veloce da leggere! Io me lo sono letteralmente bevuto, sono circa 200 pagine che scorrono via veloci come un TS1.
Si parte con l’introduzione curata da Gary “Mani” Mounfield – storico bassista degli Stone Roses, influente band mancuniana, che annoverava tra le sue fila degli autentici scooterboys come Mani appunto e Ian Brown (quello nella foto con la Lambretta con il sidecar realizzato con un bara per capirsi…). Esauriente e preparatoria alla lezione di Sticky…
Scooters are always in your blood. Once you get that 2 stroke in there it’s hard to shift it…
Gli scooters saranno sempre nel tuo sangue. Una volta entrati, è difficile fargli uscire… (traduzione Italianizzata)
I primi capitoli ci svelano la genesi degli Scooterboys. Come sempre l’inquietudine dei teenagers Britannici traccia un segno distinguibile per l’ennesima volta. Prima di loro Teddy Boys, Mods, Skinheads, Soulboys, Punks avevano incendiato la scintilla cerebrale “Teens” fatta di abbigliamento, stile, musica, mezzi di locomozione & behaviour che poi avrebbe contagiato anche altre parti del Mondo, Italia inclusa (seppur con ritardo). Come riporta Sticky, gli scooteristi sono ancora oggi una nicchia nascosta, non commercializzata, che spesso viene erroneamente identificata con i Mods. Anche se di Mods non c’è nulla o quasi.
Si può essere un perfetto Mods anche in treno, macchina o autobus. Ma non si può essere uno Scooterista senza lo scooter.
Scooterboys the Lost Tribe parte dal presupposto che non possiamo sapere chi è stato il primo scooterboy della storia, ma piuttosto ne riconosce la fine, ovvero quando tutto diventa meno spontaneo ma più ufficiale, con tessere membro, eventi confezionati, parcheggi per auto e camper, eventi per famiglie. Nel mezzo, descrive esattamente come, dove e perchè, orde di ragazzi si riversano sulle strade, spesso durante i Bank holiday, per partecipare a raduni tutt’altro che ufficiali…
Parliamo di numeri? Si stima che durante l’era dorata dello scooterismo made in Britain ci fossero raduni con 10/15 mila Scooterboys.
Perchè scegliere vecchi ferracci Italiani? Semplice. Costavano poco e davano accesso alla cosa più preziosa che si può avere: la LIBERTA’!!
Cosa può andare storto? Quasi nulla… Una miscela incredibile di selvaggi. Un cocktail di segni distintivi presi in prestito da Bikers, Psychobilly, Mods & Skins. Unici come gli scooters che sfrecciano da nord a sud nel Regno Unito. Una famiglia allargata dove basta qualche toppa cucita sul giacchetto per avere già più affinità che con qualsiasi altro membro della vostra famiglia. Dove i club funzionano come confraternite, dove ti adatti o sei fuori… o fondi il tuo scooterclub!
Scooterboys the Lost Tribe – parla anche di scontri con bande di Skinheads e di Casuals che arrivano ai raduni in macchina, completamente estranei al circuito scooterista. Di Road Rage contro bande di bikers. Di sassi e bottiglie lanciati dai cavalcavia da ragazzini locali. Di cariche da parte della Polizia. Una verà tribù. Scomoda, apolitica, geniale, nascosta. Invidiata ma mai copiata o scimmiottata come invece è successo ai movimenti Mods, Skins e Punks, ampiamente depredati dei loro significati tribali dal mondo della moda, della TV, del cinema. Proprio per questo, spesso, gli Scooteristi vengono annessi dai comuni mortali al mondo dei Mods. Forse per reminiscenze legate a fenomeno Quadrophenia, che di sicuro ebbe il merito di avere rimesso in moto qualcosa con la sua uscita nei cinema, per poi essere lasciato indietro al primo bivio, come si fà con gli ospiti indesiderati!
Riguardo alla musica, il filo conduttore è sempre la Black Music ed il Northern Soul. Senza dimenticare le incursioni nello Psychobilly, nel 2 Tone, nella Wave fino ad arrivare alla 2° Summer of Love con i Rave e l’arrivo di bands molto più elettroniche.
Dj storici, come Tony Class, spesso giravano dischi come Y.M.C.A.
Perchè in fondo siamo tutti qui per ubriacarci e farci una risata!!
Un libro necessario. Non svelo altro. Scooterboys the Lost Tribe può servire agli scooteristi (e non scooterboys a meno che non si abbia 22 anni… Sto meditando di cambiare il suffisso dal mio club ed il motto di questo blog infatti! NdR) per comprendere al meglio le origini e affrontare il proprio stile di vita in maniera più coerente. Per capire attraverso la testimonianza di Sticky che la scena attuale è ben lontana dalle origini ma che allo stesso tempo può aggiungere nuovi capitoli a questa infinita storia d’amore tra scooter e scooterista.
Scooterboys the Lost Tribe può fungere come scrigno del tesoro per tanti Vespisti o Lambrettisti ancora vincolati alle dinamiche dei Vespa o Lambretta Club per scoprire che scudi tagliati, Lambrette chopper, aerografie, elaborazioni estreme o verniciature a pennello possono avere un fascino incredibile se dietro c’è un idea, più o meno politically correct. Un idea unica appunto, come ogni Scooterista. Che si sveglia il Sabato mattina, dopo una settimana di lavoro 9-17 come un autentico nessuno, indossa il suo bomber pieno zeppo di toppe e sale in sella alla sua Lambretta/Vespa per diventare qualcuno nella “Scena”! Buona Lettura!!
If i have to explain, you wouldn’t Understand!!
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