The Split #18 – Lambretta Silver Surfer: la Nobile decaduta.
Lambretta Silver Surfer: THE SCOOTER WITH THE GLOOMY MOOD
Icona. Ecco il termine che, per me, rappresenta maggiormente la Lambretta Silver Surfer di Max Pianigiani dei Green Onions Scooter Club di Siena. Oggi la rubrica The Split, dedicata come sapete agli scooter più belli d’Italia, fa un passo indietro di quasi 25 anni, per illustrarvi un autentico capolavoro made in Italy, capace di comparire sulla rivista Scootering nel 1997.
Per chi non lo sapesse, Max Pianigiani è stato uno dei primi in Italia ad esplorare le customizzazioni e le elaborazioni “all’Inglese”.
Proprio per merito suo e di altri personaggi leggendari, a partire dal 1987, con il crescente interesse nella scena Mod, Siena compare da subito sulla mappa degli Scooter Club con i Green Onions, contribuendo sensibilmente alla creazione e crescita del movimento scooterista Italiano con la F.I.S.C.A. prima e con la S.I.R. poi. Quasi 35 anni di storia, tra raduni incredibili, come quello dell’Elba, e scooter da paura.
Ora, essendo io Senese ed essendo Max il cugino di mio padre, farsi contagiare dal germe Scooterista è stato inevitabile, fino a diventare uno stile di vita a 360°. Tra alti e bassi, qualche incomprensione e la necessità sempre impellente di fare sempre di testa mia, il mio rapporto con i GOSC si era interrotto purtroppo qualche anno fa, riallacciandosi solo di recente; ma il mio DNA era ormai stato modificato come quello di un super eroe Marvel! Alla fine, nonostante tutto, chi è, o è stato, un Green Onions, lo rimane per sempre.
Dopo questa breve e doverosa parentesi, torniamo a parlare della Lambretta Silver Surfer. Come vi raccontavo poche righe sopra, il ruolo di questo veicolo nel mio percorso scooterista è stato fondamentale. Ricordo ancora la prima volta che la vidi, al sicuro nel retro del piccolo van di Max, nel lungomare di Follonica, appena ritirata e fresca di lucidatura. Avevo probabilmente circa 11/12 anni. Un autentico fulmine a ciel sereno, una illuminazione sulla via di Damasco.
Già mio padre mi aveva avviato con successo ai motori, alle due ruote soprattutto, ed in sella al suo BMW R80 GS e, a cavalcioni con le gambe appoggiate sui cofani del Vespone PE200 di mia madre, Vespista convinta da almeno un ventennio, avevo già 8/9 anni di asfalto nelle vene.
Come molti di noi, con la fregola per l’incombente arrivo dei fatidici 14 anni, con conseguente ed agognatissimo acquisto del primo 50ino, gli scaffali della mia camera erano già saturi dei vari Motosprint, Motociclismo e del mitico Scooter Magazine di Pierluigi Mancini, unica testata Italiana che dava un po’ di spazio anche ai ferri a marce elaborati e personalizzati da tutta Europa.
La mia mente era già stata fulminata da una Lambretta Cutdown bianca, probabilmente tedesca, con lo scudo del Lui traforato, sormontato da un manubrio DL, 2 radiatori in bella vista, un motore verniciato di celeste, fotografato nel paginone centrale durante un bel Burn Out ed il proprietario con in testa un improbabile maschera di Darth Vader di Star Wars… Tutto dire…
La visione della Lambretta Silver Surfer, penso nel 1996, fece scattare, come una molla, la mia curiosità verso gli scooter “Full Custom”, soprattutto Lambretta, situazione veramente inconsueta per l’Italia, dove il massimo della personalizzazione conosciuta dalle masse era la Vespa 50, con il mitico e inesistente Polini 181 del cugino del mare, la sella Yankee e l’adesivo con lo scorpione dell’Abarth o la pantera nera… Avrei dovuto attendere ancora qualche anno per diventare uno Scooterboyz ma il seme ormai era stato piantato….
La base per questo capolavoro è una Lambretta DL 150, targata Siena; l’idea primaria vide la luce nel 1992, come ricorda Max, e sarebbe dovuta essere solamente una verniciatura glitterata Azzurra e Celeste metalizzata, già all’avanguardia per l’epoca, visto che stiamo parlando dei primi anni ’90. Una volta ritirate le componenti dal carrozziere e cominciato il montaggio, in puro stile scooterboy, Max si accorse che il risultato finale sarebbe stato troppo scarno e non all’altezza delle aspettative. Sta per avvenire, come nelle migliori storie a fumetti, un colpo di scena!
Da sempre appassionato di fumetti Marvel, Max decise dedicare questa Lambretta a Silver Surfer. Iconico e controverso super eroe nato dalla china di Jack Kirby nel 1966, farà la sua comparsa negli albi dei Fantastici 4 proprio quell’anno. Visioni diverse sul personaggio tra Stan Lee ed il suo disegnatore, porteranno nel 1968, alla nascita del fumetto dedicato all’umanoide sulla tavola da surf, questa volta disegnato da John Buscema. Per il mercato Italiano, il fumetto verrà pubblicato dalla Editoriale Corno, ed è un’autentica gemma da collezione.
Proprio di Kirby e Buscema sono le immagine aerografate sullo scudo, il parafango anteriore, il coperchio del manubrio ed i cofani di questa Lambretta. La scelta dell’artista per la realizzazione dell’intero lavoro non fu’ facile. La natura di perfezionista di Max Pianigiani cadde quindi sul prestigioso studio Kreo di Claudio Mazzi, in Emilia Romagna. All’epoca, Mazzi aveva già curato la Limited Edition del Malaguti F10 con i Jet e gli accendini della Zippo per la Fomula 1. Come vuole la tradizione dei migliori progetti scooteristi, le idee cambiarono diverse volte prima di convogliare nella scelta definitiva.
Per un veicolo di questo calibro non poteva mancare il casco dedicato!
Per la Lambretta Silver Surfer si raggiunse un compromesso. Max impose la scelta degli albi e dei disegni da utilizzare, lasciando a Claudio Mazzi la libertà di posizionarli sulla carrozzeria, aggiungendo dettagli spaziali ed inimmaginabili, che lasciano senza parole ancora oggi dopo 25 anni dalla realizzazione. La finestra sul cosmo che si spalanca sullo scudo, che come potete vedere viene parzialmente coperta dal copriclacson e dal parafango anteriore, è semplicemente incredibile. I cofani, dai disegni asimmetrici e dalle tematiche simili ma differenti, sono all’avanguardia anche ai giorni nostri.
La scritta personalizzata Silver Surfer sullo scudo è un altra chicca, cosi come la sella custom rivestita in pelle glitterata con tanto di cresta in alluminio cesellata con la dicitura “Scoot with the gloomy mood” (“Lo scooter dall’umore cupo”, come Silver Surfer!). Se tutti questi dettagli vi sembrano cosa da poco oggigiorno, pensate che sono stati realizzati negli anni 90, quando non esisteva internet e gli artigiani te li dovevi andare a cercare in giro! Quando questa Lambretta venne mostrata al grande pubblico, al 50° anniversario della Lambretta a Milano nel 1997, si perse nel marasma degli altri scooter full custom provenienti dal Regno Unito, salvo poi essere scelta da Scootering, tramite Dean Orton, per essere fotografata e pubblicata nel paginone centrale!! Lo scooter impiegò circa 5 anni per essere completato! Dal 1992 al 1997!
Per quello che riguarda il motore, la scelta non cadde su elaborazioni esagerate. Il propulsore è un semplice Innocenti 150cc alesato a 175cc, carburatore 22, cambio DL 125 e l’immancabile marmitta Fresco cromata di ordinanza, tagliata ed adattata da Mario Borini di Cerea! Dopo i problemi iniziali, il motore venne poi messo a punto da Franco Tormena per aumentare prestazioni e soprattutto affidabilità, in quanto…
la Lambretta Silver Surfer veniva regolarmente guidata in strada per raggiungere raduni ed eventi!
Ridden not Hidden, baby!
…poi, a causa di una caduta che danneggiò una zona nevralgica e molto in vista come lo scudo, lo scooter venne messo a riposo, e là è rimasto negli ultimi 15 anni!
In Italia pochi altri scooter possono vantarsi del termine “Iconico”. Penso alla Lamasaki di Alby Vicentini di Ferrara, alla Lambretta di Marcello Colombo “The land of midnight sun, a “Vision Divine” di Simone Favre, “Diana” di Bruno Pisa e poche altre. Tra queste, la Lambretta Silver Surfer, è probabilmente la più completa e pregiata mai realizzata.
Per questo servizio ho preferito lasciare la Lambretta così come era, coperta da un velo di polvere malinconica. Chissà che, dopo questi pochi scatti, vedendo lo scooter con lo scudo appoggiato sul telaio ed i cofani montati, a Max non riprenda la voglia di fargli assaggiare la strada di nuovo…
potrebbe essere, per l’ennesima volta, una fonte di ispirazione per qualche ragazzino sul “lungomare di Follonica” da qualche parte nel Mondo!
Un sentito ringraziamento a Max Pianigiani – Green Onions Scooter Club Siena per il tempo dedicato per le foto, l’intervista e soprattutto per aver fatto avverare il mio sogno di rivedere da MOLTO vicino la Lambretta Silver Surfer! Che SCOOTER!!!