SCOOTER MITI #2! Kit Mugello Lambretta by Tino Sacchi
Alzi la mano chi NON ha mai sentito parlare del Kit Mugello Lambretta prodotto da Tino sacchi. Se fossimo in una stanza piena di scooteristi, in particolare Lambrettisti, probabilmente avremmo tutti, o quasi, la medesima reazione mantenendo le mani ben in basso… Oggi riprendiamo la nostra rubrica dedicata ai prodotti mitici che hanno cambiato radicalmente il modo di intendere lo scooterismo! Per rinfrescarvi la memoria QUI potete trovare il nostro primo articolo, dedicato al leggendario TS1 di AF Rayspeed!
In questo articolo, senza entrare in dettagli eccessivamente tecnici, vi racconterò come ho conosciuto e utilizzato allo sfinimento il mio primo, unico ed estremamente longevo Mugello 186cc per Lambretta! Una sorta di dichiarazione d’amore!
Ricordo ancora quando, nei primi anni 2000, decisi che era tempo di passare anche al lato oscuro della forza, quello prodotto sulle rive del Lambro, dopo qualche anno di apprendistato in sella alla mia fedele Vespa Et3. Erano gli albori di Subito.it e dei vari siti di annunci online, quindi molto più difficile ma allo stesso tempo economico trovare la Lambretta che faceva al caso mio. Ore e ore passate a cercare qualcosa che si prestasse al mio primo approccio con i telai tubolari. Finchè un pomeriggio tornò da lavoro mio padre, sventolando un foglio riciclato della fotocopiatrice. Sopra c’era stampato un annuncio di vendita, forse di Kijiji, riguardante una Innocenti Lambretta S3 125cc del 1964, da restaurare completamente, con documenti in regola da passaggio, targata PISA, a soli 500, forse 600€ trattabili.
Dopo una breve chiamata, nell’arco di un paio di giorni, allaccio gli anfibi, metto il bomber e raggiungo Cascina, nell’ “hinterland Pisano”; dopo una breve trattativa e una sosta alla limitrofa agenzia di pratiche auto per il passaggio di proprietà, carico lo scooter in macchina pieno di entusiasmo e di incognite per quella nuova e incombente esperienza che mi segnerà per tutta la vita.
Con la massima inesperienza ed il minimo accesso possibile ad utensili particolari, mi addentro nello smontaggio della mia prima Lambra, cercando di aiutarmi il più possibile con quello che si trovava all’epoca online tra esplosi e ricambisti. Ricorderò sempre i fogli di carta con i codici dei ricambi scritti a penna, suddivisi per ogni ricambista. Quanti doppioni e cinesate acquistai… Ma cosa darei per tornare a quei momenti dove tutto era nuovo e da esplorare…
Una volta consegnata la carrozzeria al sabbiatore e quindi al carrozzerie per la canonica verniciatura Celeste Iseo 8035 Lechler arrivò il momento di mettere mano al motore. Mantenere l’originalità? Montare un gruppo termico 150cc o 175cc delle sorelle maggiori? In mio soccorso venne la mostra scambio di Arezzo del 2004, quando girovagando tra i vari stand, vedo una discreta folla a quello targato Tino Sacchi, che già nel 2002 aveva sorpreso tutti lanciando sul mercato l’Imola, prepotente kit per motori 125/150/175 con ammissione Lamellare, praticamente un baby TS1. Mi avvicino e sul banco e le scaffalature vedo queste scatole con la dicitura Kit Mugello Lambretta… Ancora più incuriosito e assolutamente profano sull’argomento rimango estasiato dalla possibilità di poter montare sulla mia prima Lambra un tale gruppo termico assolutamente di nuova concezione:
- 64mm di diametro, pari a 186cc
- Cilindro completamente in alluminio, trattamento nicasil by Gilardoni.
- Pistone 2 fasce da 1mm della Meteor, con quella bella scatolina argentata.
- 2 travasi e uno scarico bello grande che prometteva prestazioni entusiasmanti.
Rispetto al misero cilindrino originale malandato che avevo abbandonato sul banco in garage già sembrava, solo vedendolo in bella mostra sul banco, capace di darmi le emozioni di una moto 1000cc…
Con l’entusiasmo, ma con il portafoglio, di un 20enne, mi convinco che quello sarebbe stato IL kit perfetto per calmierare le mie esigenze di polso pruriginoso. Mi congedo da un guru come il sig. Sacchi, con i canonici “Ci penso”, “Appena ho due soldi in più” & “La chiamo quando ho deciso”… Ma in cuor mio già sbavavo di mettere su strada quello che, soltanto 20 anni fà, sarebbe poi diventato un must: il Kit Mugello Lambretta…
Mese dopo mese comincio a mettere nel carniere tutto quello che mi sarebbe servito per assemblare “IL 186cc”. Pensato per fare turismo, ma capace di offrire facilmente oltre il doppio della cavalleria di una S3 125cc. Configurabile secondo le proprie esigenze con carburatori di ogni diametro e tipologia, con marmitta Clubman o espansione. Un autentico “game changer” per la Lambretta, capace di rilanciare un segmento che era ancora ancorato alle vecchie elaborazioni in ghisa, con le esotiche conversioni con pistoni Suzuki o Honda, sempre carenti in termini di affidabilità in caso di utilizzi massacranti e realizzabili solo da officine specializzate.
Nel mio piccolo garagino, quello che vedete nei video Youtube, ancora utilizzato ANCHE come semplice deposito per le attrezzature da giardino, biciclette, tavoli etc. cominciarono a moltiplicarsi le scatole.
Varitronic, marmitta Ancillotti, tendicatena Quik Slip, viteria esotica in inox e collettore di aspirazione by MB, carburatore Dell’Orto PHBL 25mm, corona SIL da 47z, pignone 18z, albero motore LI SX MecEur, cuscinetti, paraoli, guarnizioni, dischi frizione e chi più ne ha più ne metta. Tutto messo là sui tavoli del vecchio ristorante di mia madre, senza avere l’esperienza per assemblare un motore completo Lambretta, pur venendo dal pianeta delle elaborazioni Vespa e scooterini.
Cominciando a frequentare in pianta stabile i Green Onions SC, soprattutto grazie al cugino di mio padre Max Pianigiani, riesco piano piano a capire il modus operandi necessario per interfacciarsi con i ferri made in Lambrate. Sarà proprio “Massi” a vendermi il mio primo, unico e amatissimo Kit Mugello Lambretta 2 travasi 186cc!! Controllato e misurato negli accoppiamenti tra cilindro, pistone e fasce dal suo meccanico e preparatore di fiducia. Una libidine assoluta!
Trovato un altro blocco motore, proveniente da una Special 125, per ovviare al maldestro tentativo di cambiare i silentblock sul carter originale senza l’apposito attrezzo, terminato con la classica rottura dell’ “orecchio” lato pignone, mi decido di procedere con l’assemblaggio definitivo della mia prima Lambretta a circa 20 giorni dall’edizione 2006 dello Scooter Rally Toscano sull’Isola dell’Elba.
Dall’Inghilterra, tramite Scooter Products, sbarcano la prima edizione del manuale di Sticky e la meravigliosa Sella Ancillotti che utilizzo ancora oggi. E’ soprattutto grazie al manuale che riesco montare, commettendo decine di errori che correggerò solo negli anni, la carrozzeria ed il propulsore della mia S3.
Da completo neofita mi ritrovo ad armeggiare con il Dremel, raccordando e lucidando il carter ed il collettore di aspirazione con il prezioso Kit Mugello Lambretta, anch’esso pulito con certosina precisione dalle bave di fusione. Quanti lavaggi nella lavastoviglie all’insaputa di mia madre per essere certo di aver tolto tutti i residui della pallinatura e delle raccordature….
Leggendo la Bibbia del tempo, ovvero Scooter d’epoca forum, mi ritrovo a modificare anche la scatola filtro e la presa d’aria sotto la sella perchè volevo ottenere il massimo da quell’elaborazione! Pezzo dopo pezzo vedo completarsi il mio propulsore e avvicinarsi il giorno della fatidica prima accensione e quello della partenza per il raduno Elbano, dove avrei praticamente fatto il rodaggio On the Road!
Il primo vagito del mio Mugellino lo ricordo ancora oggi. La Lambretta verniciata di fresco, l’attenzione maniacale nel versare la miscela, rigorosamente al 4% con Motul 800, nel serbatoio, la scritta Ancillotti sulla marmitta ed in giallo in bella evidenza dietro la sella. Poche pedalate ed il rombo del piston ported a fare da colonna sonora…. salvo poi accorgermi al primo giro in strada che la 4° marcia non voleva sapere di entrare!! Facemmo nottata con Dani, Fabio e Giulio in officina per riuscire a capire che il problema, per noi GIGANTE, era in realtà legato al solo leveraggio del cambio nella posizione sbagliata!
Quello fu’ il mio primo approccio con le Lambretta, sarà l’inizio di una storia di amore che dura ancora oggi. Fu proprio grazie al Mugello che cominciai a girare l’Italia, ma non solo, in lungo e largo.
L’inconfondibile coppia agli alti, il rombo sordo del piston ported sotto le chiappe e la sua affidabilità micidiale mi hanno fatto letteralmente divertire ad ogni km percorso. Ho avuto un solo kit Mugello, la versione 2 travasi da 64mm, con la quale ho percorso la bellezza di 80mila km, tutti sulla mia S3. Grazie alla sua semplicità e potenza entra di diritto nel Gotha dei prodotti mitici per le nostre amate Lambre. Capace di portarmi in giro per raduni in tutta Italia: da Roma a Bolzano, da Genova a Pordenone ma anche fuori dai nostri confini, come nel 2008 con la folle corsa da Siena all’Isola di Wight, rincorrendo TIR e superando macchine completamente schiacciati dietro lo scudo a 120kmh! Gli unici inconvenienti, sui quali sono incappato in oltre 15 anni di utilizzo senza il minimo riguardo, sono stati rappresentati da una fascia spezzata, tritata e sputata dallo scarico che mi costrinse a ricromare il cilindro nel 2010 e la sostituzione delle fasce circa 4 anni fà!
Durante il suo onorato servizio, il mio Mugello 186cc, è stato usato con carburatori da 25 a 30mm di diametro, con teste concentriche aftermarket, marmitte di tutti i tipi, rimanendo sempre un kit capace di offrire 16/17cv al banco prova.
Grazie allo sviluppo, cominciato nel 2004 e mai concluso, in collaborazione con elementi di spicco del mondo 2T come Massimiliano Favini, ex squadra corse Cagiva, Max Quattrini & Charlie Edmonds, il Kit Mugello Lambretta è diventato un fulgido esempio di qualità made in Italy. Insuperabile per semplicità nella messa a punto e affidabilità, sin dal suo sbarco sul mercato nella sua prima incarnazione basilare con 2 travasi e 64mm di diametro, il buon vecchio “Muggy”, per dirla all’Inglese, è stato capace di rivoluzionare il modo di utilizzare ed elaborare la Lambretta in tutto il Mondo.
Nonostante il vecchio modello 2 travasi sia stato sostituito dai nuovi, con cilindrate e travasi sempre maggiori, affiancato dalle varie evoluzioni per blocchi motore 200cc, dai modelli lamellari Imola, Monza, SuperMonza e nonostante la crescente scelta di prodotti ed elaborazioni sul mercato, ogni volta che scendiamo da una qualsiasi Lambretta elaborata, ci guardiamo e diciamo in coro: “Si ma…. Ti ricordi come andava il Mugellino V2!!?”
Stiamo seguendo con interesse l’avvento del nuovo Mugello 200cc per carter “piccoli”. Grazie alle informazioni rilasciate da Tino Sacchi in anteprima per Scooterismo.it, lo sbarco sul mercato si prospetta interessante e ricco di nuove soluzioni tecniche che soddisferanno anche gli scooteristi più esigenti. Speriamo di poterci mettere le mani sopra al più presto! A tal proposito vi allego queste ulteriori indiscrezioni che mi ha fornito Tino nella compilazione di questo articolo:
“Quando avremo dati definitivi sarà nostro impegno informare i nostri Lambrettisti a riguardo del nuovo cilindro piston-ported della famiglia Mugello. Diciamo fin da subito che sarà messo tutto il nostro impegno per soddisfare le esigenze più sofisticate senza sacrificare la guidabilità, la robustezza e la durata, caratteristiche che hanno portato il Mugello sempre ai primi posti, sia di categoria che assoluti, sui podi! A tal proposito ricordiamo Charlie Edmonds (6 anni consecutivi primo assoluto nel campionato Britannico velocità BSRA) ed in seguito Stuart Day che, tuttora, è uno dei nostri piloti più fedeli da una dozzina di anni con SRP Racetech….
Per quello che riguarda il nuovo Super Mugello, previsto per carter Lambretta 125/150/175cc, abbiamo in mente 2 versioni: Turismo & Sport. Il cilindro, 66mm di alesaggio, sarà realizzato in Allumino Galsi 11 legato con l’immancabile rivestimento Nicasil Gilardoni e sarà dotato di due ‘boosters’ sull’ aspirazione e 2 sullo scarico. Collettore specifico per i nuovi condotti. Sarà disponibile su richiesta testata a cupola con candela centrale. Pistone METEOR con 2 fasce acciaio da 1 mm di produzione Giapponese.
Le prestazioni e la maneggevolezza, ma soprattutto l’affidabilità e la vita del kit, sono stati da subito la priorità del progetto. Non abbiamo premura ma abbiamo grande passione nel realizzare questo erede diretto della famiglia Mugello. In produzione rimarrà ancora il classico Mugello che resterà sempre un prodotto al top e continuamente aggiornato. Abbiate pazienza, da parte nostra vi terremo al corrente. Buon Lambrettismo e grazie per l’ospitalità sulle pagine di Scooterismo.it!
PS: Siete tutti invitati alla NOTTE dello SCOOTER! Musica Live e Cena Scooteristica dopo la mostra scambio di Novegro. SABATO 5 NOVEMBRE 2022 dalle 19 alle 24 presso “I SILOS” – S.S. 415 Paullese direzione Paullo. Vi aspettiamo!”