Vespa World Days 2024
Vespa. Un nome che solo pronunciandolo in giro per gli angoli più reconditi del globo viene sempre e comunque identificato come IL marchio capace di rimettere in moto interi Paesi.
Ed è proprio a Pontedera, quartier generale dove hanno visto la luce quasi tutti e 19 milioni di esemplari prodotti che è andato in scena il Vespa World Days 2024. Numeri da capogiro, ancora da quantificare esattamente, per un evento che per l’ennesima volta mette in luce il Vespismo e tutti i suoi protagonisti.
L’occasione è ghiotta, vista anche la vicinanza con Siena, per fare qualcosa di bello e partecipare con uno stand Stra-ordinario, organizzato in collaborazione con il Motor Bike Expo di Verona, svelando alcune novità e adoperandosi per le prime selezioni degli scooter e dei personaggi più interessanti per l’edizione 2025 del Distretto Ruote Piccole (per sapere di cosa sto parlando Link articolo edizione 2024 QUI.)!
Di certo un evento fuori da ogni schema e dogma stilistico questo Vespa World Days 2024. Se pensavate di trovare solo gli Scooterboys più impetuosi e selezioni musicali rare e inerenti alle culture che usualmente cerco di valorizzare e far conoscere di certo questa gigantesca kermesse non faceva per Voi. Arrivare senza paraocchi, nella più totale rilassatezza e voglia di divertirsi di certo aiutava, e non poco, a superare le prime “pecche” organizzative, che nonostante l’ottima riuscita complessiva, erano sotto gli occhi di tutti! E ci tengo anche a farle presenti come monito a fare meglio nelle prossime edizioni, se mai qualcuno leggerà e apprezzerà queste righe!
- In primis i costi di iscrizione, perlomeno doppi rispetto all’offerta effettiva che ogni Vespista si ritrovava nella propria goodie-bag. Composta da Tshirt, placca ricordo, voucher da 10€ per l’area food e gadget vari a “soli” 90€. Senza considerare che erano a pagamento anche le uscite organizzate dai vari Club coinvolti ed il prezzo medio di un panino si attestava sulle 10€ bevande escluse! La millantata cena di gala si è poi trasformata nella solita festa di paese sulle note di Toto Cutugno, niente in contrario, ma di galante c’era molto poco!
- Grafiche dell’evento, sicuramente rivedibili e realizzabili in maniera molto più stilosa e congrua all’epicità del marchio Vespa. La tshirt di fatto sembra la tavola di un oculista… Probabilmente un consiglio valido per chi vive la Vespa da un ufficio sarebbe quello di approfondire e non grattare esclusivamente dalla punta dell’Iceberg. Si rischia di essere scontati…
- La pochezza dell’area market/stand in relazione alla grandezza del raduno! Mancavano molti nomi, secondo me imprescindibili, legati a doppio filo con la Vespa. Produttori di ricambi, accessori ed elaborazioni come SIP, Scooter Center, Mauro Pascoli, Parmakit e Malossi non erano presenti! Così come officine specializzate, lubrificanti e compagnia cantante, che avrebbero potuto popolare il Vespa Village, calamitando maggiormente l’attenzione dei partecipanti.
- Sarebbe stato interessante e coinvolgente avere anche un “teatro di posa” ufficiale dove poter immortalare in maniera professionale le spettacolari Vespa che popolavano il raduno! 98, 125, faro basso di ogni fattezza, SS90, sidecar e rarezze provenienti da tutto il Mondo rimanevano abbastanza anonime, disperse in mezzo alle migliaia di GTS e PX presenti.
- Anche il bellissimo concorso di eleganza poteva essere allestito meglio, potendo contare sulla carinissima cornice floreale e sul tappeto rosso, che, purtroppo e immancabilmente, veniva invaso da decine di persone a caccia di uno scatto. Sarebbe bastato predisporre una transenna lungo il percorso per godere al meglio delle rarità e dei protagonisti in gara, dando a tutti la possibilità di scorgere qualcosa!
- Non sarebbe stato male anche inserire una sorta di Custom show con le Vespa più curiose e customizzate che, vedi sopra, scomparivano al cospetto della vastità del parcheggio!
- La comunicazione stessa del calendario e di tutti gli appuntamenti in programma è stata sommaria e spesso resa nota all’ultimo minuto. Peccato, perchè l’impegno profuso da tutti gli standisti e protagonisti vi assicuro che è stato massimo!
Evidenziati questi punti negativi, secondo il mio punto di vista, veniamo alla spettacolarità di questo Vespa World Days 2024. Decine di migliaia I Vespisti intervenuti, rappresentando circa 60 nazioni! Lo scambio continuo di fasce, adesivi e gadget tra membri di delegazioni agli antipodi e le promesse di trovarsi in quello o l’altro paese, sono comburente fondamentale per il Vespismo ed il plauso è tutto per I partecipanti! Senza di loro tutto questo non sarebbe mai stato e mai sarà possibile! Come scrivevo in apertura, per godere appieno dell’evento, era necessario arrivare senza paraocchi, scavalcando le questioni legate alle migliaia di “Furgonuati” e Vespa moderne/automatiche presenti. Dobbiamo metterci in testa che Piaggio è riuscita con successo nelle operazioni di sdoganamento del marchio Vespa anche per le GTS, la riprova sta nelle presenza massiccia di questo modello, che risulta essere ancora principe nelle vendite e che, volenti o nolenti, rappresenta il futuro del brand. Fare I talebani ad un evento come questo potrebbe risultare controproducente. La Vespa è sinonimo di libertà ed ognuno la interpreta come vuole!
E allora via tra decine e decine di Smallframe tamarrate, con motori che cantano cattivi e che lasciano quella scia di olio buono ricinato! Pazienza se sono arrivate legate sul carrellino! Erano là, tornate a casa dopo chissà quanti anni, lasciamole cantare come diceva Toto Cutugno! Lo sguardo poi volgeva alle signorine anni 40 o 50, quelle che hanno realmente creato il mito. Vacanze Romane, 98, 125 , Messershimdt da guerra, e poi ancora Italo-francesine con decalcomanie dal Sestriere chissà quanti anni fà. Una Faro Basso nata e cresciuta a Pontedera, tornata a respirare l’aria di casa dopo decenni, che si ri-incontra col primo proprietario che negli anni 50 l’aveva guidata fino a Capo Nord e ritorno, senza un cofano, perchè lui la ricordava così!
C’è Luca Coriani di Vespazio, un autentico Vespa Hunter, che presenta una rarissima Vespa 90SS conservata in tinta Verde Pastello, presa in prestito dalla gamma Gtr, della quale si conoscono solo 2 pezzi nel Mondo. Un intreccio tra Italia, Germania ed Indonesia, che vi svelerò nella puntata dedicata sul mio canale Youtube. Luca indossa per il concorso di eleganza un completo batik tipico di Java ed I flash delle macchine fotografiche sono tutti per lui.
Poi ancora la squadra Francese, tutti indossano costumi da galletti, neanche loro si prendono sul serio e scambiano gadget e fasce con Vespisti arrivati da città caotiche del Messico o della Thailandia, che hanno raggiunto quel piccolo infinitesimale punto sull’Atlante che è Pontedera, solo per inseguire una passione con le ruote da 8” o 10” pollici. La grandezza della Vespa è tutta qua. Unire. Senza mezze misure e poco importa se la comunicazione avviene a gesti o mischiando Italiano, Inglese e dialetti locali.
Alcuni arrivano dai passi montani dopo aver attraversato Belgio, Francia ed Italia e vengono sorpresi addirittura dalla neve! La loro sarà un’ avventura che ricorderanno tutta la vita. “Quella volta che verso il raduno Mondiale della Vespa in Italia trovammo la neve sull’Appennino” sarà un racconto capace di far innamorare I propri figli e nipoti.
Per il Village si aggirano personaggi con goffi costumi da Api e Vespe, fianco a fianco con scooterboys Tedeschi con le giacche strapiene di Toppe e Spille, più avanti “ometti” con gli immancabili gilet da pesca. Un Melting Pot di gente completamente diversa che eppure rimane in equilibrio sulla stessa faccia della medaglia. La quale riporta il logo esagonale Piaggio. Lo spettacolo del Vespa World Days 2024 probabilmente sta tutto qui! Ho anche la fortuna di poter assistere all’intervista riservata a due leggende come Giancarlo Gori ed Andrea Pinasco. Dal palco principale snocciolano aneddoti e curiosità su come siano riusciti a diventare grandi, e soprattutto veloci, con le proprie forze, contribuendo significativamente alla causa Vespista, facendo sognare i ragazzi dagli anni 60 in poi con la promessa di trasformare i Vespini in autentici missili.
Allo stand in collaborazione con MBE ospitiamo anche viaggiatori seriali, che hanno compiuto o compiranno imprese straordinarie in sella alle proprie Vespa. Stringo la mano e conosco finalmente di persona Giuseppina Serra e Mauro Tresoldi, mai domi di macinare asfalto alla loro velocità e con le loro tempistiche, che pianificano con il loro progetto “Vespeggiando con Vespina” di andare a Capo Nord e ritornare in Italia passando dai Balcani, così come se 12mila km fossero pochi. Mentre li intervisto capisco che la luce nei loro occhi non è diversa dalla mia. Cambiano gli argomenti e le priorità, ma alla fine c’è sempre lo scooter, sia esso Vespa o Lambretta.
Mi permetto di spostare anche ancora più in alto l’asticella del Custom, presentando 3 scooter fuori dagli schemi statici e noiosi che affliggono il Mondo Vespa. Il mio caro amico Luca Burlandi Arch. Lab Custom caccia fuori dal cilindro una Vespa 50 Special ed un PX completamente verniciati in stile Cartoon, mentre Luca Fonio del Vintage Vespa Garage presenta una Faro Basso ‘53, motorizzata Quattrini 180, e passata sotto le mani di Scabarocchio. Le potrete ammirare sul canale Youtube nelle prossime settimane. Al Vespa World Days 2024 destano realmente scalpore e posso permettermi di affermare che probabilmente erano le migliori Custom tra le oltre 20mila Vespa intervenute! Saranno state amate od odiate, ma sono certo che non abbiamo lasciato indifferente nessuno.
Vedere circa 14 mila Vespa sfilare all’unisono fà un certo effetto, capace di sbriciolare ogni record esistente legato alle precedenti edizioni. Un serpente di oltre 16 km in grado di ammaliare anche I più scettici. Probabilmente irripetibile. Arriviamo alla fine stanchi ma soddisfatti nonostante le immancabili lacune che un evento così grande riserva. La bellezza del Vespa World Days 2024 è proprio racchiusa nella sua estrema diversità. Dove ogni declinazione di Vespismo trova il suo esatto posto sulla scacchiera…. E chissà che non ci vedremo il prossimo anno a Gijon in Spagna! Mai dire mai!
Born Free. Ride Free.