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Young Guns #1 – Benza Zaghetto

Young Guns #1 – Benza Zaghetto

Ciao, mi chiamo Beniamino, ma potete chiamarmi Benza, classe 2001, appassionato di motori d’epoca.

Young Guns #1 – Benza

Ho sempre vissuto tra i rumori dei due tempi e l’odore di olio bruciato, mio padre infatti possedeva un’officina di moto dove, oltre alle riparazioni di ordine comune, esprimeva tutta la sua passione sugli scooter di ferro, principalmente sulla Lambretta. Ne ha restaurate molte in maniera molto innovativa, con diverse intuizioni meccaniche che successivamente adotteranno anche le grandi case, come l’idea del cambio a 5 marce utilizzando gli ingranaggi di un vecchio Gori o la filosofia di montare l’accensione elettronica.

Dall’Euro-Lambretta a Perugia, datato 2003 (avevo 2 anni), ho sempre partecipato ai raduni scooteristi con mio padre, vincendo addirittura dei premi come scooterista più giovane. Anche se non avevo coetanei con cui giocare, il clima era sempre simpatico, inclusivo e accogliente. I ragazzi più grandi si prendevano cura di me, come Matteo Tondello: al tempo appena ventenne, dreadlocks, Vinili e una Special 125 celeste dotata di Imola 186, o Riccardo “Usso” Baù, che per un periodo della mia vita è stato come uno zio, di cui mi è sempre rimasto impresso il tatuaggio Lambretta sull’avambraccio, che difatti farò anche io, anni dopo.

Finché non ho raggiunto l’altezza per attaccarmi al manubrio della Lambretta, viaggiavo sulla carrozzetta di un TV 175 terza serie, sidecar sinistro, poi passai alla sella Stratos dell’SX 200, montando davanti fra le sue gambe, guardando il contachilometri “sbacchettare” senza mai segnare davvero la velocità, sentivo il suono del motore in uscita di curva, ammiravo i paesaggi e lo spettacolo acrobatico dei più spericolati dei giri, che mi rimarranno impressi come nitidi ricordi d’infanzia. Ricordo quanto da bambino per me fosse normale giocare tra un DL 200 elettronico e un SX 200, quest’ultimo comprato da Dean Orton, quando io ero solo un pensiero, ed elaborato successivamente nella configurazione attuale: TS1 225, Dell’orto phb34, Varitronic, freno a disco con modifica idraulica, cerchio posteriore 100/90, marmitta reverse NA che traduceva – ed anche ora, più che mai – il tutto in un’emozione sonora. La foto del giorno in cui la portò a casa la tengo sul comodino, ed ogni volta che la guardo sembra sprizzare un’energia positiva, una voglia di libertà, che solo pochi oggetti sanno emanare.

Ebbi poi un periodo più “cupo”, la cosiddetta adolescenza: sviluppavo altri interessi ma conservando sempre le forme di quel motoscooter fisse nel cuore, facendomi diventare il primo pensiero dei miei amici alla vista del due ruote milanese. Era anche il tempo in cui cominciavo a lavorare in officina, ma seguendo una scuola “prestigiosa” di informatica mio padre non ha mai condiviso troppo l’idea che io potessi sporcarmi le mani con i motori. Quindi Benza poca… Molto spesso, un po’ per il mio periodo ribelle e un po’ perché non gli era chiaro se la mia fosse vera passione, litigavamo: allontanandoci, mettendo da parte la nostra fonte di unione e riallacciandola, ahimè troppo tardi, mentre mio padre si ammalava. Io iniziavo a capire i veri valori della vita, riscoprendo che ciò che ruota intorno all’amore incondizionato per un oggetto è pura passione, un sentimento unico e particolare. Tenevo gli scooter sempre in ottimo stato e più di qualche volta li portavo in giro, li sistemavo, li modificavo, rimanendo anche a piedi, come è giusto che sia nel percorso delle esperienze e di quello che io ancora non sapevo fosse il mio modo di essere scooterista.

“Can you see the real me, doctor?”

Volevo provare a riavvicinarmi a questo mondo, cercando altri ragazzi che avessero la stessa “luce negli occhi”. Matteo Tondello, portando la sua Lambretta nell’officina di mio padre – che ora gestisco io – mi fece conoscere Mattia Frasson, dei Faro Tondo Scooter Club. Un gruppo di ragazzi che, anche se con qualche anno in più, sembravano più giovani di me e dopo un paio di birre chiesi di tesserarmi, propenso a rimettermi in gioco. Anche grazie a questi ragazzi sto cercando sempre più di valorizzare una filosofia che esiste ed è forte, ma non è molto conosciuta dai giovani, che cercano il confronto con chi ha gli stessi interessi sui social. Proprio qui, infatti, spererei di condividere e diffondere la bandiera della SIR (Scooterclub Italiani Riuniti) e del suo club affiliato Faro Tondo Scooter Club, per creare la stessa sensazione che percepivo da piccolo per i raduni.

I ragazzi ci sono, non sono l’unico rimasto: vorrei vedere altri premi come “scooterista più giovane” e mentre le innovazioni meccaniche son qualcosa che, probabilmente, mi verranno col tempo… facendo sempre più esperienza e viaggiando per le strade con un dieci pollici due tempi, il mio sogno è quello di motivare i giovani come me! Dove siete ragazzi? Viva lo scooterismo!

Faro Tondo Scooter Club nasce nel 2008 a Curtarolo, in provincia di Padova – Italy.
Affiliato SIR (Scooterclub Italiani Riuniti) dal 2011
Presidente e Fondatore: Mattia Frasson (Mattia_FT)
Vicepresidente: Federico Cazzaro

Facebook: https://www.facebook.com/groups/39031836262?locale=it_IT
Instagram: https://www.instagram.com/faro_tondo_scooter_club

Credits:
Soggetto: Beniamino “BENZA” Zaghetto
Fotografie: Giovanni Santon
Editing: Beniamino “BENZA” Zaghetto e Martina Fiscon
Organizzazione: Mattia “FT” Frasson e Faro Tondo Scooter Club
Location: Piazzola sul Brenta (PD) – Italy

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