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Nordkapp: l’ultima meta – In viaggio con Luca

Nordkapp: l’ultima meta – In viaggio con Luca 

Ciao a tutti, oggi ho lasciato spazio a Luca e al suo ultimo progetto folle: Nordkapp: l’ultima meta! Oltre 5000km km in sella alla sua Vespa Faro Basso del 1953… A Lui la parola, anzi la tastiera!!

Parto subito dai ringraziamenti: in primis Gegio che ha avuto il piacere di pubblicare e condividere il mio personale viaggio qui su Scooterismo.it, poi tutti voi che avete deciso di dedicare una manciata di minuti per leggere “l’ennesimo che va a Caponord in Vespa” con il progetto Nordkapp: l’ultima meta.

Scusate se ci dilungheremo, ma 10mila km in qualche riga è difficile riassumerli.

Detto questo mi presento:

Luca Fonio (Vintage Garage Vespa), 28 anni, Galliate (no), in Vespa da sempre.

Torniamo al viaggio, Perché CAPONORD?

Beh perché no? A livello di turismo il mio sogno nel cassetto è toccare i punti cardinali dell’Europa, attualmente me ne mancano due, ma non è stato questo il fine del viaggio perché ha un significato più personale, avevo la necessità e il dovere di farlo, per il mio papà. Così nasce

Papà fortunatamente è ancora vivo e vegeto, questo era il suo sogno da pensionato ma purtroppo un problema fisico gli da troppe noie per affrontare questo viaggio, l’avrebbe fatto con la sua Rally 180, il suo tesoro gelosamente custodito a casa.

Quella Rally non l’ho voluta usare, ma ho voluto fare una cosa più significativa, assemblare una farobasso del 1953 con lui e partire con quella, la stessa vespa che comprai più di 10 anni fa, con i primi risparmi, abbandonata sullo scaffale e in cerca di un senso per essere messa in strada.

Esattamente 7 anni dopo averla verniciata iniziamo i lavori di pre assemblaggio, pronti per partire nel lontano 202 con il tour RAID TRIBE NORDKAPP, problematiche lavorative non mi hanno permesso di farlo. In realtà è stato un bene….

Caso vuole che mi trovo al Distretto Ruote Piccole al MBE 2024 a fare due chiacchiere con Gegio, il quale mi presenta Nicolò, in arte SCABAROCCHIO… beh chi lo conosce sa cosa fa, mi ha dato un senso a questa Vespa, l’ho davvero vista con gli occhi che brillavano, non mi dilungo sul mezzo, vi mostrerò nel dettaglio il mezzo nella categoria dedicata.

La finiamo, portiamo a Pontedera, all’Isola d’Elba, qualche raduno limitrofo (siamo in Piemonte) ma è sempre quello che fa, parlare, bene o male, ma fa parlare.

Dopo questi eventi, prendiamo seriamente il viaggio, prendiamo perché Martina, la mia SANTA compagna, ha deciso di mettersi alla guida di un van di 30 anni e seguirmi in questa avventura, così da trasformarle nelle nostre ferie.

PARTENZA 20 giugno, pronti a niente ma carichi a molla; attraversiamo la parte alta Piemontese e siamo subito in Svizzera, oltre il lago di Costanza, dove avremmo campeggiato.

I giorni seguenti sono passanti abbastanza in fretta, avevamo delle ottime medie, 500km giornalieri con 9 ore di guida circa, soste comprese, le uniche costanti erano ogni 100km sosta benzina e pioggia fissa per 1300km, il vento era forte e la gente guardava con quello sguardo “ma perché?”.

Il terzo giorno siamo arrivati in Danimarca, dopo la nottata a Kolding la mattina seguente ci siamo diretti verso la Svezia.

Lungo il tragitto siamo andati a trovare un amico, PETER GARAGE, proprietario di una bellissima officina dedicata esclusivamente a Vespa e Lambretta, il quale mi ha accolto di Domenica come se fossimo amici di vecchia data, una splendida persona.

Superiamo Copenaghen, testa bassa direzione Värnamo, finalmente Svezia!

Forse per incredulità, ma solo lì ci siamo resi conto quanta strada avevamo percorso, ma il peggio era dietro l’angolo.

Il quinto giorno decidiamo di superare Stoccolma, nulla di difficile se non fosse per la Vespa che ha iniziato a dare problemi per me sconosciuti.

Arriviamo a qualche km da Stoccolma, dopo un rattoppo di emergenza nell’area di servizio, l’intera alimentazione si era allentata e svitata, metto mano seriamente per proseguire, si era rotta la guarnizione del collettore lamellare al cilindro, tutti interventi semplici che fanno perdere solo del gran tempo.

Puliamo, cambiamo e a nanna.

Azzeriamo, riprendiamo con il sesto giorno, Dopo l’inteso traffico di Stoccolma, primo tratto libero, 100 km e ci fermiamo per l’ennesima volta; li ho davvero pensato alla fine di tutto: la Vespa in auto-accensione. Non riuscivo a spegnerla.

Una volta riuscito a farla “calmare” ho fatto dei tentativi per capire qualcosa… 4 ore fermo, provavo ad accenderla e accelerava come se tirasse aria, ho smontato l’impossibile, la stanchezza era tanta, la delusione e lo sconforto ancora di più.

Scopro in sequenza: galleggiante del carburatore bucato e pieno di benzina, tubi della benzina rotti per le vibrazioni, Vespa che picchiava in testa come se stesse aspettando di esplodere da un momento all’altro, guarnizione del collettore rotta per la terza volta, fenomeni di auto-accensione praticamente continui.

In quei momenti, quel panino Subway alla stazione di servizio ed il video ironico fatto da Martina, mi aiutarono a calmarmi e scoprii che la benzina Svedese è molto diversa dalla nostra e soprattutto con motori elaborati, bisogna settare per quello che brucia.

Guarnizioni rotte rifatte con un biglietto di auguri preso al benzinaio, tubi sostituiti, carburazione ingrassata tramite lo spillo ghigliottina, bastano due pedalate e la Vespa sembrava più in forma di prima!!

Come faccio a dire che lo era? Beh, dopo l’ultima notte in Svezia, ci ha permesso di fare una maxi tappa da oltre 600 km, rantolante e brontolante, ma sapevo che potevamo andare OVUNQUE!!

Nottata in Svezia stupenda, abbiamo trovato un piccolo paradiso immerso nella natura, fronte fiordo, ci ha regalato un spettacolo stupendo, il sole di mezzanotte.

Il giorno seguente, ci rimettiamo in marcia, dita incrociate e orecchio pronto a captare ogni rumore anomalo, pausa pranzo e via! In un attimo sbattiamo la faccia sul cartello FINLANDIA; è stato un sospiro di sollievo, l’occhietto lucido mi diceva che ero stanco ma felice, stavo superando tutto, era partito il conto alla rovescia.

Tappa fissa a Rovaniemi, babbo Natale fa gli orari di ufficio, e 15 minuti prima della chiusura non riceve, segnatevelo; da qui in poi parte l’infinità lingua di asfalto nel verde, alberi di ogni tipo ti accompagnano e anche qualche renna passa sulla strada.

Procediamo direzione Alta, panorami mozzafiato, si sente solo il ronzare dei nostri mezzi, sembra di essere in tutt’altra parte del mondo.

Abbiamo fatto un sacco di incontri con motociclisti di ogni angolo del mondo, pure due moto provenienti dall’Egitto! Un solo motociclista mi ha infastidito, magari per mania di grandezza, o forse per provocazione, guardando la Vespa ci disse “s*it with two wheels”!Non so se lo avesse detto per questione patriottiche, c’erano gli Europei di calcio in Germania e lui era Tedesco, o perché ci considerano inferiori… però noi la mattina abbiamo messo l’antipioggia e siamo partiti sotto al diluvio, il nostro amico ha messo il telo al suo GS, non ci è servito nemmeno parlare.

Oramai era il nono giorno, partenza bagnata direzione Nordkapp, la tappa più attesa, volevo arrivarci, ho temporeggiato molto, perché quei quasi 5000 km alle spalle ci hanno sbloccato tanti pensieri, ci hanno dato un sacco di risposte e qualcuno sapeva anche che sarebbe stata la mia ultima avventura importante (non lo dire mai… NdR Gegio).

Il cielo si apre, sole fortissimo, vento altrettanto, raffiche da 20km/h, con la fissa che ho per i cibi locali finalmente trovo un baracchino color turchese e ci ospita mangiando tante cose buonissime, non so cosa ho mangiato ma era tutto ottimo! Pancia piena rimessi in marcia, il vento aumentava, la benzina per l’ennesima volta scarseggiava, prima di affrontare questa tratta ho comprato una tanica in più oltre alle 2 che avevo da 2lt l’una perché sapevo che non sarebbe bastata per il ritorno, ogni angolo da cartolina!! Dopo qualche km ci presentiamo di fronte alla famosa galleria sottomarina.

Da lì ho viaggiato con il sorriso stampato per ore, perché sapevo senza dubbio che sarei arrivato, la testa era già a destinazione. Nordkapp: l’ultima meta!

Fuori dalla lunga galleria, il vento era salito a 40km/h secondo il meteo locale, nebbia bianca e fitta, visibilità pari a 5 metri massimo, Martina che mi suonava quando sparivo dalla sua visuale perché aveva paura che uscissimo di strada, uno o l’altro, nervi tesissimi salita infinita e sbam!! WELCOME TO NORDKAPP!

Nemmeno il tempo di parcheggiare, che una tormenta di pioggia ghiacciata ci ha presi in pieno, Vespa a vista e io che mi riparavo nei bagni.

Passato un po’ il tempaccio, entriamo nel museo, foto di rito, ringraziamenti vari, caffè latte corretto e ci siamo riscaldati e rimessi in sesto dopo l’ultima tratta.

Eravamo lì a fare merenda sul tetto di Europa, ero senza parole, ero arrivato dove volevo ce l’avevo fatta!! Il progetto Nordkapp: l’ultima meta stava arrivando alla sua conclusione.

Chi fa Caponord lo fa per tanti motivi, per ognuno importanti a diversi livelli, il mio? Bene, gli ultimi anni sono stati ricchi di forti cambiamenti personali, molte cose mi sono scivolate di mano ed altre non le ho gestite molto bene. Cercavo quella pacca sulla spalla personale che mi facesse capire che non sono piccolo, ma che sono grande e posso fare tutto quello che ho per la testa. Avevo la necessità di ascoltare meno voci e di fare più fatti. Ora che sono tornato ho capito moltissimo di me, non sono cambiato ma ho segnato finalmente il mio punto 0 con questa follia chiamata Nordkapp: l’ultima meta.

Ringrazio mamma e papà che mi hanno messo in testa una passione che mi ha dato tantissimo. ma chi davvero devo ringraziare è Martina, che non ha mai smesso di credere in me. questo viaggio è solo una goccia in un grande oceano di cose belle che abbiamo fatto insieme.

grazie. sempre.

Luca Fonio – Vintage Vespa Garage

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